I cani sono animali socievoli per natura e tendono quindi a ricercare sempre la compagnia e la vicinanza dei propri umani.
Questo forte attaccamento verso le persone può però, talvolta, sfociare in un problema comportamentale molto comune, ma da non sottovalutare: la cosiddetta “ansia da separazione”.
L’ansia da separazione può essere spiegata come un’eccessiva dipendenza dell’animale nei confronti del padrone, e in generale di tutti i membri della famiglia.
Questo problema può avere cause di origine diversa: uno svezzamento troppo veloce, una situazione pregressa di abbandono, un’errata educazione del peloso da cucciolo, ma anche semplicemente il carattere stesso dell’animale, che può essere più o meno soggetto all’attaccamento.
L’ansia da separazione è uno dei problemi del comportamento animale, specialmente canino, più diffuso, e al tempo stesso anche più difficile da risolvere.
I SEGNALI DI ANSIA DA SEPARAZIONE NEL CANE
È sempre importante imparare ad osservare il nostro cane per capire cosa ci comunica con i suoi comportamenti.
Negli animali, nei cani soprattutto ma anche nei gatti, potremmo notare dei comportamenti poco piacevoli, che sono un campanello di allarme per indicare molto spesso, all’origine, un problema più grande, come appunto quello dell’ansia da separazione.
Ogni animale fa storia a sé, ma vediamo qui un breve elenco dei comportamenti più diffusi:
- Al ritorno a casa troviamo dei “disastri” inaspettati: scarpe masticate, mobili graffiati, sedie rosicate, tende distrutte.
- Veniamo a sapere che il cane, in nostra assenza, è stato ad abbaiare per tutto il tempo.
- Ritroviamo i suoi bisogni in punti insoliti della casa dove l’animale non è solito sporcare, o addirittura dove è stato abituato a non farlo.
- L’animale si muove in modo irrequieto, cammina ripetutamente percorrendo uno stesso percorso o assume altri comportamenti anomali come quello di mordersi la coda o leccarsi insistentemente in uno stesso punto fino a provocare la scomparsa del manto.
- Talvolta l’animale si auto provoca volontariamente dei danni a livello fisico.
- L’animale manifesta un’insolita aggressività.
Dobbiamo capire però che questi comportamenti non sono segnali del fatto che il cane sia arrabbiato con noi, non sono gesti d’ira, né tanto meno di vendetta.
Indicano invece la paura dell’abbandono e della solitudine.
(Se vuoi approfondire quali possono essere tutte le possibili paure dei cani e come affrontarle, clicca qui e leggi l’articolo dedicato).
COME PREVENIRE L’ANSIA DA SEPARAZIONE NEL CANE
Una buona educazione a monte del nostro peloso, ancora meglio se da cucciolo, è la chiave di volta per evitare l’insorgere di questi problemi comportamentali in futuro.
In particolare il nostro adorato peloso deve essere consapevole e percepire costantemente di trovarsi in un rapporto fondato sulla fiducia: deve sapere che può fidarsi completamente del suo umano, sempre, anche nei momenti in cui non è possibile una vicinanza fisica.
Quale sono quindi i migliori comportamenti da adottare per prevenire l’ansia da separazione nel nostro cane o gatto?
- Fornire all’animale un gioco divertente da fare in nostra assenza, meglio se uno dei suoi preferiti. In questo modo non solo sarà distratto dal gioco e non penserà quindi alla nostra assenza, ma anzi tenderà ad associare la vostra uscita di casa a qualcosa di positivo per lui!
- Non salutare l’animale né quando si esce né quando si rientra. Prodigarsi in saluti accorati prima di uscire di casa, infatti, non farà che aumentare l’ansia nell’animale. Allo stesso modo ricambiare le feste dell’animale al nostro ritorno, non farà che accentuare la “particolarità” dell’evento, che invece deve essere interiorizzato come un fatto normale e quotidiano. Se l’uscita o il ritorno a casa non saranno accompagnati da particolari celebrazioni, ma passeranno molto sottotono, allora l’animale si abituerà molto meglio alla nostra assenza senza soffrirne.
- Se la famiglia è composta da più componenti, sarebbe importante, almeno i primi tempi, evitare di uscire tutti insieme. In tal caso, anche distanziare le uscite di una decina di minuti, eviterà di far sentire l’animale come fosse stato abbandonato completamente, e gli permetterà di metabolizzare meglio il fatto di restare solo a casa.
- Se il nostro peloso è entrato da poco tempo in famiglia, sarà importante abituarlo gradualmente alle nostre uscite, iniziando a lasciarlo solo per piccoli intervalli di tempo che via via aumenteremo, in modo da rendere il distacco più affrontabile.
COME SUPERARE L’ANSIA DA SEPARAZIONE NEL CANE
Cosa fare invece se abbiamo riconosciuto dei comportamenti da ansia da separazione nel nostro peloso?
Innanzitutto è importante sottolineare cosa non fare: non sgridiamo né puniamo il cane.
Anche perché l’animale non è in grado di associare un disastro combinato qualche ora prima con la reazione che ne consegue successivamente. Né tanto meno i cani provano senso di colpa. L’atteggiamento della coda bassa tra le gambe o lo sguardo con gli occhioni languidi e “tristi£, viene spesso scambiato per ammissione di colpa, quando invece si tratta di sottomissione: l’animale è come se ci stesse dicendo “so che comandi tu, ma non mi punire”. Perché, anche se non associano la ramanzina al danno, sono in grado di percepire perfettamente se c’è aria di punizione in casa…
Guardiamo invece cosa sarebbe giusto fare:
- Ripartire da capo a insegnargli, gradualmente, ad affrontare il tempo in cui si trova a stare solo a casa, cominciando ad abituarlo con piccole uscite.
- Un buon espediente è quello di lasciare in casa la TV o la radio accesa per fare compagnia alla bestiola.
- Ottimo tenere il cane impegnato, in nostra assenza, con qualche gioco di suo gradimento
- Variare la frequenza, la modalità e l’orario di uscita, in modo che il cane non lo attenda come un evento preoccupante ma qualcosa di normale, all’ordine del giorno, che può avvenire in qualsiasi momento e di cui non occorre preoccuparsi. A tal proposito risulta utile compiere i gesti che si fanno prima di uscire… ma senza poi farlo.
- Far “stancare” e rilassare il cane prima di uscire, magari con una bella e lunga passeggiata, o dopo averci giocato. Sarà così più propenso a tranquillizzarsi e magari sonnecchiare in nostra assenza, anziché avere energie per preoccuparsi inutilmente.
Se questi stratagemmi non dovessero bastare, si può pensare, per un periodo limitato di tempo (un paio di settimane al massimo) di chiedere a qualcun’altro di occuparsi del peloso in nostra vece. Meglio ancora se ad occuparsene saranno più persone diverse. In questo modo il cane diventerà più “indipendente” e si creerà un sano distacco tra voi, in modo da mitigare un attaccamento smisurato.
In ogni caso, prima di tutto questo, si raccomanda sempre una visita dal proprio veterinario di fiducia, che sicuramente saprà come indirizzare e se è il caso, ci metterà in contatto con un veterinario comportamentale per risolvere la situazione nel modo migliore e più rapido.